Mario Benedetti – una poesia da Umana Gloria -lasciano il tempo
Lasciano il tempo e li guardiamo dormire,
si decompongono e il cielo e la terra li disperdono.
Non abbiamo creduto che fosse così:
ogni cosa e il suo posto,
le alopecie sui crani, l’assottigliarsi, avere male,
sempre un posto da vivi.
Ma questo dissolversi no, e lasciare dolore
su ogni cosa guardata, toccata.
Qui durano i libri.
Qui ho lo sguardo che ama il qualunque viso,
le erbe, i mari, le città.
Solo qui sono, nel tempo mostrato, per disperdermi.
…
Mario Benedetti, da Umana Gloria (Mondadori 2004)
Foto di Dino Ignani
Mario Benedetti (Udine, 9 novembre 1955 – Piadena Drizzona, 27 marzo 2020) . Ha insegnato nelle scuole di Padova e di Milano. Le sue opere poetiche: Moriremo guardati, Forum/Quinta generazione, Forlì 1982; La casa, Polena, Milano 1985; Il cielo per sempre, Schema Poesia, Milano 1989; I secoli della primavera, Sestante, Ascoli Piceno 1992; Una terra che non sembra vera, Campanotto, Udine 1997; Il parco del Triglav, Stampa, Varese 1999; Borgo con locanda, Circolo Culturale di Meduno, Pordenone 2000; Umana gloria, Mondadori, Milano 2004; Pitture nere su carta, Mondadori, Milano 2008; Materiali di un’identità, Transeuropa, Massa 2010; Tersa morte, Mondadori, Milano 2013; Questo inizio di noi, in «Nuovi Argomenti» 69 (2015), pp. 153-157. Ha tradotto l’antologia poetica di Michel Deguy, Arresti frequenti, Sossella, Roma 2007.