
Alfonso Gatto – Una poesia da “Isola”
CARRI D’AUTUNNO.
Nello spazio lunare
pesa il silenzio dei morti.
Ai carri eternamente remoti
il cigolìo dei lumi
improvvisa perduti e beati
villaggi di sonno.
Come un tepore troveranno l’alba
gli zingari di neve,
come un tepore sotto l’ala i nidi.
Così lontano a trasparire il mondo
ricorda che fu d’erba, una pianura.
…
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Alfonso Gatto, Tutte le poesie. A cura di Silvio Ramat (Mondadori, 2017)
poesia tratta da Isola (1929-1932)
Alfonso Gatto, poeta italiano (Salerno 1909 – Grosseto 1976); praticò da giovane diversi mestieri; collaboratore di giornali e riviste, nel 1938-39, fu, con V. Pratolini, redattore di Campo di Marte, quindicinale fiorentino di “azione letteraria e artistica”, a tendenza ermetica. Esordì con una raccolta di liriche, Isola (1932) […]. Nella sua poesia ha dapprima cercato, con risultati incerti, e poi trovato, con esiti sempre più felici, la maniera di accordare l’essenzialità della parola con la sua modulazione canora, le arditezze analogiche di un ermetismo spinto alle estreme rarefazioni con gli echi o le nostalgie della melica settecentesca, di canzonette e ariette alla S. Di Giacomo: conforme alle esigenze del suo gusto, portato a un realismo quasi popolaresco, e insieme alla trasposizione baroccheggiante della realtà in arcane prospettive della memoria. […]. È morto in seguito a incidente automobilistico.
Da Enciclopedia Treccani online
La biografia completa Qui: https://www.treccani.it/enciclopedia/alfonso-gatto/

