OLTRE

Giovanni della Croce – poesia – lo sprofondamento in alto

V

Coplas al divino

.

In amoroso furore

e non scevro di speranza

volai così in alto

che raggiunsi la preda.

.

Perché giungere potessi

a questo divino furore

tanto volar mi convenne

che mi perdetti alla vista;

tuttavia, nel punto estremo,

il mio volo restò manco;

ma l’amor fu così alto

che raggiunsi la preda.

.

Più salivo in alto

più il mio sguardo s’offuscava,

e la più aspra conquista

fu un’opera di buio;

ma nella fuga amorosa

ciecamente m’avventai

così in alto, così in alto

che raggiunsi a preda.

.

Quanto più sfioravo il sommo

di questo esaltato furore,

tanto più mi sentivo

basso, arreso, domato.

Dissi: non sarà mai di nessuno!

e tanto in basso rovinai

che mi trovai così in alto, così in alto

che raggiunsi la preda.

.

In una strana maniera

Il mio volo superò mille voli,

perché speranza di cielo

tanto ottiene quanto spera;

ho sperato solo nel furore

e in speranza non fui manco

se salii così in alto, così in alto

che raggiunsi la preda.

*

V

Coplas a lo divino

.

Tras de un amoroso lance,

y no de esperanza falto,

volé tan alto, tan alto,

que le di a la caza alcance

.

Para que yo alcance diese

a aqueste lance divino,

tanto volar me convino,

que de vista me perdiese;

y con todo en este trance

en el vuelo quedé falto;

mas el amor fue tan alto,

que le di a la caza alcance

.

Cuando más alto subía

deslumbróseme la vista,

y la más fuerte conquista

en oscuro se hacía;

mas, por ser de amor el lance,

di un ciego y oscuro salto,

y fui tan alto tan alto

que le di a la caza alcance

.

Cuando más alto llegaba

de este lance tan subido,

tanto más bajo y rendido

y abatido me hallaba;

dije: No habrá quien alcance;

y abatíme tanto, tanto,

que fui tan alto, tan alto,

que le di a la caza alcance

.

Por una extraña manera

mil vuelos pasé de un vuelo,

porque esperanza del cielo

tanto alcanza cuanto espera;

esperé sólo este lance,

y en esperar no fui falto,

pues fui tan alto, tan alto,

que le di a la caza alcance

*

Juan De La Cruz, da Poesie (Einaudi 2008)

Traduzione di Giorgio Agamben

.

Giovanni della Croce, mistico e poeta spagnolo (Fontiveros 1542 – Úbeda 1591), al secolo J. de Yepes y Álvárez. Entrò come infermiere nell’ospedale di Medina del Campo, poi nel convento dei carmelitani di questa città (1563) col nome di Juan de San Matías: fatta la sua professione religiosa studiò filosofia e teologia a Salamanca (1564-68); determinante fu l’incontro con s. Teresa di Ávila, e di qui il suo impegno alla riforma dell’ordine carmelitano: nel 1568 fondò in Duruelo il primo convento di carmelitani scalzi, prendendo il nome di Juan de la Cruz; dopo molte controversie, allargò la sua opera di riforma fondando varî conventi di alcuni dei quali fu superiore. Sue opere principali sono: Subida del Monte Carmelo (1578-1583), Noche oscura del alma (forse dopo il 1584), Llama de amor viva (prima stesura tra il 1584 e il 1587), pubblicate in Obras espirituales (post., 1618) e Cántico espiritual, di cui esiste il ms. della prima stesura (1584 circa) mentre le ed. 1627 e 1630 presentano un testo interpolato, e così anche l’ed. 1703 che testimonia una diversa tradizione manoscritta. Tra le altre opere: Avisos y sentencias espiritualesDevotas poesíasCartas espirituales, dirette a monache e a penitenti. G., che è il più alto poeta mistico della letteratura spagnola, celebrò liricamente la fusione dell’anima con Dio, il possesso dell’amore, l’estasi della visione beatifica; nei canti spirituali i motivi della lirica amorosa sono piegati a raffigurare il mistico transito dell’anima, dall’ignoranza e dai tentennamenti della fede, per le varie stazioni della preghiera, della purificazione, della illuminazione, verso l’unione dell’anima con Dio.

Biografia – dal Dizionario Biografico Treccani:

https://www.treccani.it/enciclopedia/elenco-opere/Dizionario_Biografico

lavora in biblioteca. Terminati gli studi in Giurisprudenza e in Teologia ha continuato ad approfondire i contenuti di alcune correnti spirituali d’oriente e d’occidente, ampliando, allo stesso tempo, la sua ricerca poetica. Nel corso degli ultimi anni suoi contributi, sulla poesia e la parola, sono stati pubblicati da Fara Editore e dalle Edizioni CFR. É stato condirettore della collana di scrittura, musica e immagine “La pupilla di Baudelaire” della casa editrice Le loup des steppes. In poesia ha pubblicato Legni (Ladolfi Editore, 2014 - Premio “Oreste Pelagatti” 2015), il libro d'arte Borgo San Giovanni (Fiori di Torchio, Seregn de la memoria, 2018). Al di qua di noi (Arcipelago itaca Edizioni, 2023) è la sua ultima raccolta.

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