Gaston Bachelard – La poetica delle rêverie. Una lettura fenomenologica
Quest’opera di Bachelard — al di là di qualche rigidità argomentativa — è davvero illuminante in molti punti. Attraverso una lettura attenta in molte pagine si possono trovare preziose intuizioni che aprono a nuove possibilità. Più che la trattazione, quindi, direi che l’aspetto più interessante si trovi proprio nella notevole capacità ispirativa. Tanti spunti nuovi e nuove idee per chi pensa la poesia.
[pp. 10-12]
Dinanzi alle immagini che ci offrono i poeti, dinanzi a ciò che non avremmo mai potuto immaginare da soli, l’ingenuità dello stupore è del tutto naturale. Ma, se si vive passivamente questo stupore, non si partecipa abbastanza profondamente all’immaginazione creatrice.
Dal momento che il compito di ogni fenomenologia è di attualizzare in un momento di estrema tensione, la presa di coscienza, bisogna concludere che non esiste, nel campo dell’immaginazione, una fenomenologia della passività.
Per sfatare un equivoco frequente dobbiamo sottolineare che la fenomenologia non consiste in una descrizione empirica dei fenomeni. Descrivere empiricamente significherebbe asservirsi all’oggetto, costringendo alla passività il soggetto. La descrizione degli psicologi può senza dubbio fornire dati utili, ma il fenomenologo deve intervenire per attribuire a questi dati un’intenzionalità.
Qual è la massima aspirazione del lettore? Potesse questa immagine che mi è stata offerta diventare opera mia! Che lettura indimenticabile se riuscissi, aiutato dal poeta, a vivere l’intenzionalità poetica! È proprio attraverso l’intenzionalità dell’immaginazione poetica che l’animo del poeta trova l’apertura coscienziale di ogni vera poesia.
Di fronte a un’ambizione così smisurata, unita al fatto che ogni nostro libro deve essere il frutto delle rêveries, noi fenomenologi siamo costretti a far fronte a un paradosso radicale. La rêverie è considerata comunemente un fenomeno della distensione psichica, da sperimentare nei momenti di relax, quando non ci sentiamo incalzati. La rêverie non ha nulla a che vedere con l’attenzione e spesso è priva di memoria. Consiste in una fuga dal reale, che non si conclude mai con il ritrovamento di un mondo irreale consistente. Seguendo «il flusso della rêverie» — sempre discendente — la coscienza si distende, si disperde e di conseguenza si offusca. Non è mai il caso, quando si sogna di «fare della fenomenologia».
Di fronte a un simile paradosso, quale sarà il nostro atteggiamento?
Ben lungi dal tentare di ravvicinare i termini dell’evidente antitesi tra uno studio semplicemente psicologico della rêverie e uno studio propriamente fenomenologico, non possiamo fare a meno di accentuare ulteriormente il contrasto, fondando le nostre ricerche sulla seguente tesi filosofica: ogni presa di coscienza implica un ampliamento della coscienza, un potenziamento della lucidità, un rafforzamento della coerenza psichica. La rapidità e I’istantaneità di questo processo possono mascherare tale espansione. Ma ciascuna presa di coscienza determina una crescita dell’essere. La coscienza è associata a un divenire psichico impetuoso, che propaga il suo vigore in tutto lo psichismo.
La coscienza è un atto, l’atto umano. Un atto vivo e completo. Anche se l’azione che segue, che dovrebbe seguire, resta sospesa, l’atto coscienziale risulta pienamente positivo.
Nel presente saggio studieremo questo atto soltanto nel linguaggio e, più precisamente, nel linguaggio poetico, quando la coscienza che immagina crea e vive l’immagine poetica. Ampliare il linguaggio, amarlo e valorizzarlo significa alimentare la coscienza del parlare. In questo ambito così rigidamente delimitato troveremo certamente numerosi esempi per dimostrare la nostra tesi filosofica più generale sul divenire essenzialmente accrescitivo di ogni presa di coscienza. Di fronte a questa accentuazione della chiarezza e del vigore della presa di coscienza poetica della Fenomenologia, da quale prospettiva dobbiamo studiare la rêverie?
La nostra personale tesi filosofica complica la questione, perché prevede un corollario: una coscienza che si addormenta e si perde in fantasticherie non è più una coscienza; la réverie ci conduce su una strada in discesa.
Un aggettivo ci permette di superare le obiezioni esposte. La rêverie che ci proponiamo di studiare è la rêverie poetica, indirizzata nella giusta direzione dalla poesia, dunque in grado di cogliere la crescita della coscienza. È una réverie che si scrive, o che almeno ci si ripromette di scrivere, facendola emergere da quel grande universo che è la pagina bianca. Quando le immagini si compongono e si ordinano, colui che fantastica intende
i suoni della parola scritta. Un autore di cui mi sfugge il nome diceva che la punta della penna è un organo del cervello. lo ne sono convinto: quando la mia penna s’inceppa, mi è difficile pensare. Chi mai potrà restituirmi la spensieratezza nello scrivere di quand’ero scolaro?
Nella réverie poetica tutti i sensi si destano e si armonizzano. È proprio questa polifonia dei sensi che la réverie poetica ascolta e che la coscienza poetica deve registrare. Per I’immagine poetica vale quello che Friedrich Schiegel diceva del linguaggio: «è una creazione di getto». Il compito del fenomenologo è di cercare di rivivere questi slanci dell’immaginazione.
[…] A differenza di un sogno, una rêverie non si racconta. Per comunicarla, bisogna scriverla.
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Gaston Bachelard, La poetica della rêverie (Edizioni Dedalo 1972) pp. 10-12
Traduzione di Giovanna Silvestri Stevan
Titolo originale dell’opera La poètique de la rêverie, 1960
Gaston Bachelard, filosofo francese della scienza (Bar-sur-Aube 1884 – Parigi 1962). La sua riflessione sulla scienza muove dall’inadeguatezza sia dell’idealismo sia dell’epistemologia positivistica dopo la rivoluzione nella fisica contemporanea. Contro la concezione razionalista di un sapere scientifico definitivo, unitario e continuamente in aumento B. sostiene un’interpretazione storica della scienza in cui si riconosce la presenza di rotture radicali, l’importanza degli errori e il ruolo centrale di una ragione applicata da cui derivano le nuove ipotesi.
Biografia – da Enciclopedia Treccani online
Per una lettura completa qui: https://www.treccani.it/enciclopedia/gaston-bachelard/