POETI

William Butler Yeats. Una poesia: “La duplice visione di Michael Robartes”

La duplice visione di Michael Robartes

.

I.


Sulla grigia roccia di Cashel l’occhio della mente
Ha evocato gli spiriti freddi che si generano
Quando la luna vecchia è svanita dal cielo
E la nuova ancora nasconde il suo corno.
Sotto occhi senza sguardo e dita mai in riposo
Il particolare è frantumato in polvere fino a farsi uomo.
Quando ebbi il mio volere?
Oh, non da quando incominciò la vita.
Coatto, giudicato, frustrato, piegato e raddrizzato
Da queste mascelle articolate da fili e da queste membra di legno,
A loro volta obbedienti,
Senza conoscere il male o il bene;
Obbedienti a un qualche magico afflato occulto.
Non sentono neppure, cosí astratte esse sono,
Cosí morte oltre la nostra morte,
Esultanza per il nostro obbedire.


II.


Sulla grigia roccia di Cashel vidi improvvisamente
Una Sfinge con seno di donna e zampa di leone,
Un Budda, una mano in riposo,
Una mano levata a benedire.
E in mezzo a questi due una fanciulla giocava
Che forse avea trascorso la sua vita danzando,
Poiché ora essendo morta sembrava
Sognasse di danzare.
Benché vedessi tutto con l’occhio della mente
Fino alla morte nulla sarà per me più solido;
Lo vidi alla luce della luna
Ormai alla sua quindicesima notte.
Quella sferzava i fianchi con la coda; illuminati dalla luna gli
occhi
Contemplavano ogni cosa nota, ogni cosa ignota,
Nell’esultanza dell’intelletto
Col capo immoto eretto.
Le pupille dell’altro lucenti sotto la luna mai si mossero,
Fisse su ogni cosa amata, ogni cosa non amata,
Eppur non avea pace,
Poiché chi ama è triste.
Oh, poco si curavano di chi danzasse in mezzo,
E poco la fanciulla di chi la vedesse danzare
Di tanto aveva superato con la danza il pensiero.
Il corpo conferiva perfezione,
Ché son l’occhio e l’orecchio a far tacere la mente
Con i particolari minimi della natura umana.
La mente si muoveva eppur sembrava ferma
Come fosse una trottola.
Nella contemplazione quei tre avevano cosí operato
Sul singolo momento, tanto lo avevano esteso
Che essi, abolito il tempo,
Erano morti, eppure carne ed ossa.


III.


Sapevo di aver veduto, veduto finalmente
Quella fanciulla che le mie notti immemori tengono stretta
O i miei sogni che s’involano
Appena mi frego gli occhi,
Ma nell’involarsi spremono sul mio cibo
Un’essenza di frenesia che fa battere i polsi
Come se fossi stato sedotto
Dalla Donna ideale di Omero
Che non degnò d’un pensiero la città in fiamme;
A tal vertice di follía sono indotto,
Còlto cosí tra l’attrazione
Della luna nuova e della piena,
Tra il pensiero comune, e le immagini
Che hanno la frenesia dei nostri mari occidui.
Su ciò feci lamento,
E poi baciai una pietra,
E quindi l’ordinai in una canzone
Dato che io, tanto a lungo ignorante,
Ero stato cosí ricompensato
Nella casa diroccata di Cormac.

William B. Yeats, Quaranta poesie. Prefazione e traduzione di Giorgio Melchiori (Einaudi, 1997)

William Butler Yeats, poeta irlandese (Sandymount, Dublino, 1865 – Roquebrune-Cap Martin 1939), fratello di Jack Butler. È stato uno dei grandi protagonisti della poesia tra Ottocento e Novecento. Attratto dalle leggende irlandesi (Thewanderings of Oisin and other poems,1889) e dalle scienze occulte (Countess Cathleen, 1892), Y. elaborò un complesso simbolismo, misto di elementi celtici e teosofici. La sua produzione teatrale e quella poetica volsero, nella fase più matura, verso accenti maggiormente legati alla realtà. Fu insignito del premio Nobel per la letteratura (1923).

da Enciclopedia Treccani online

La biografia completa Qui: https://www.treccani.it/enciclopedia/william-butler-yeats/

lavora in biblioteca. Terminati gli studi in Giurisprudenza e in Teologia ha continuato ad approfondire i contenuti di alcune correnti spirituali d’oriente e d’occidente, ampliando, allo stesso tempo, la sua ricerca poetica. Nel corso degli ultimi anni suoi contributi, sulla poesia e la parola, sono stati pubblicati da Fara Editore e dalle Edizioni CFR. É stato condirettore della collana di scrittura, musica e immagine “La pupilla di Baudelaire” della casa editrice Le loup des steppes. In poesia ha pubblicato Legni (Ladolfi Editore, 2014 - Premio “Oreste Pelagatti” 2015), il libro d'arte Borgo San Giovanni (Fiori di Torchio, Seregn de la memoria, 2018). Al di qua di noi (Arcipelago itaca Edizioni, 2023) è la sua ultima raccolta.

Lascia una risposta