
Paul Verlaine – una poesia. Gli dèi non muoiono mai
Gli dèi
.
Vinti ma non domati, esiliati ma vivi,
e malgrado gli editti dell’Uomo e le sue minacce,
non hanno certo abdicato, serrate le mani tenaci
su tronconi di scettro, e corrono nei venti.
Le nuvole veloci dai mobili capricci
sono la polvere ai piedi di questi spettri rapaci
e la folgore urlante attraverso gli spazi
è solo un’eco lontana dei loro duri olifanti.
A loro volta suonano la rivolta contro l’Uomo,
il loro vincitore stupefatto e malridotto
dopo una tale lotta con simili nemici.
Dal Corano, dai Veda e dal Deuteronomio,
da ogni dogma, pieni di rabbia, tutti gli dèi
sono usciti in guerra: All’erta! e occhi aperti.
…
Paul Verlaine, Poesie (Garzanti 1995). Traduzione di Lanfranco Binni
Biografia su Enciclopedia Treccani online
Paul Verlaine, poeta francese (Metz 1844 – Parigi 1896). Considerato dai suoi contemporanei il maestro della scuola simbolista, V. esordì con i parnassiani Poèmes saturniens (1866). Condannato a due anni
di prigione per aver sparato a A. Rimbaud, del quale era amico, maturò durante la reclusione
una nuova forma poetica, più personale e musicale, fuggevole, suggestiva, che si manifesta nei
due volumi Romances sans paroles (1874) e Sagesse (1879), fra i più notevoli di tutta la lirica
francese dell’Ottocento.
La biografia completa Qui: https://www.treccani.it/enciclopedia/paul-verlaine/

