Camillo Sbarbaro – una poesia da “Pianissimo”. Adesso che placata è la lussuria
da Pianissimo
.
Adesso che placata è la lussuria
sono rimasto con i sensi vuoti,
neppur desideroso di morire.
Ignoro se ci sia nel mondo ancora
chi pensi a me e se mio padre viva.
Evito di pensarci solamente.
Ché ogni pensiero di dolore adesso
mi sembrerebbe suscitato ad arte.
Sento d’esser passato oltre quel limite
nel qual si è tanto umani per soffrire,
e che quel bene non m’è più dovuto,
perché soffrire della colpa è un bene.
Mi lascio accarezzare dalla brezza,
illuminare dai fanali, spingere
dalla gente che passa, incurioso
come nave senz’ancora né vela
che abbandona la sua carcassa all’onda.
Ed aspetto così, senza pensiero
e senza desiderio, che di nuovo
per la vicenda eterna delle cose
la volontà di vivere ritorni.
…
Camillo Sbarbaro, L’opera in versi e in prosa. A cura di Gina Lagorio e Vanni Scheiwiller (Garzanti, 1999)
poesia da Pianissimo (Edizioni de “La Voce”, Firenze 1914)
Camillo Sbarbaro, scrittore (Santa Margherita Ligure 1888 – Savona 1967). Lavorò come impiegato e quindi come insegnante; negli ultimi anni si dedicò allo studio dei licheni. Collaboratore di Riviera ligure e della Voce, esordì con i versi di Resine (1911) e Pianissimo (1914), che per il lirismo autobiografico, risolto in un tono essenziale e prosastico, rispecchiano il gusto del frammentismo; a tale gusto S. rimase fedele nelle successive raccolte di prose liriche.
da Enciclopedia Treccani online
la biografia completa Qui: https://www.treccani.it/enciclopedia/camillo-sbarbaro/