magia e poesia,  PROLEGOMENI

Poesia e magia – le metamorfosi della forza

Una prima considerazione, qui, a proposito di questo libro. Poi ci torneremo sopra.

Si tratta di Poesia e magia, di Anita Seppilli, Einaudi 1972 (2° edizione), p 626.

A detta di numerosi esperti, lo studio, in lingua italiana, più completo in materia. Sicuramente conosciuto dagli storici e dagli studiosi di etnologia e di antropologia – un po’ meno, forse, da chi si occupa di letteratura e poesia.

L’idea romantica (sette-ottocentesca) del poeta invasato, animato da ispirazione divina, in realtà, è molto più antica. E il libro analizza proprio il percorso che va dagli inizi all’eclissi di questa realtà arcaica.

Tre questioni fondamentali affronta la Seppilli.

La prima: per quale motivo alla parola pronunciata così solennemente, fu attribuito, fin dalle origini, anche un valore magico? E poi una seconda: quali sono i motivi che hanno portato nel corso dei millenni al dissolversi del legame tra la parola e la sua visone magica? E poi ancora – riguardo alla storia degli effetti – quali sono gli elementi magici che sopravvivono ancora nel dna della poesia contemporanea?

Quest’opera della Seppilli è sicuramente fondamentale per conoscere la storia della letteratura poetica. Ma, ancora di più, lo è per avvicinarsi all’essenza della poesia, al suo movimento. Alla dinamica delle forze implicate.

Chi cura questo blog ha motivo di ritenere che la forza in questione, in realtà, sia nella sostanza una sola e sempre presente, avendo in sé, anche nelle proprie metamorfosi, sempre la propria origine. E poi, anche, che questa stessa forza, lungo le varie ere, si sia alterata assumendo varie forme. Occultandosi nel contemporaneo, divenendo una forza non più percepita – se non da pochi, pochissimi.

Qui, a seguire, intanto, mi limito a riportare la breve presentazione che apre i libro della Seppilli.

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“I nessi fra la parola e l’operazione magica, tra la formula incantatoria e la sua potenza sono stati oggetto di ricerche vastissime, dall’antropologia alla linguistica e alla psicanalisi. In questa opera invece l’indagine si sposta su di una fase ulteriore del problema: quella dello svolgimento della magia in creazione di miti, e dell’incorporazione degli «ispirati» in poeti. Una ricchissima documentazione di testi antichi e moderni – canti africani e mesopotamici, poemi greci e germanici — è qui introdotta e commentata a prova dello storico mutarsi del mito in poesia «laica», ma anche del continuo ritorno di questa ad antiche o nuove fonti mitiche. Il lettore, oltre ad essere accompagnato a visitare le origini magiche delle «figure» retoriche e letterarie, trova qui anche una antologia ragionata di una poesia spesso nota solo agli specialisti e la rielaborazione di tesi critiche di grande interesse. Mediando teorie opposte, l’autrice postula uno stile mitico della narrazione che avrebbe conferito all’epos l’intensa ricchezza umana dei personaggi e la multirisonanza dello stile.”

Questa nuova edizione dell’opera [Anita Seppilli, Magia e poesia, Einaudi 1972, 2° edizione, , p 626] si presenta ampiamente riveduta, specie per quanto attiene i problemi di linguistica in rapporto alla magia.

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Anita Seppilli è nata a Fiume, di famiglia triestina, e si è laureata in lettere a Firenze. Ha vissuto per diversi anni in Brasile. Oltre a vari saggi e articoli, ha pubblicato L’esplorazione dell’Amazzonia (in collaborazione con Tullio Seppilli, Torino 1964), I ceri di Gubbio. Saggio storico-culturale su una festa folclorica (Perugia 1972), Sacralità dell’acqua e sacrilegio dei ponti (Palermo 1977), La memoria e l’assenza. Tradizione orale e civiltà della scrittura nell’America dei conquistadores (Bologna 1979).

Immagine in evidenza ripresa da wikipedia  – https://it.wikipedia.org/wiki/Magia Frontespizio da un’edizione della Naturalis historia di Plinio il Vecchio (1582)

lavora in biblioteca. Terminati gli studi in Giurisprudenza e in Teologia ha continuato ad approfondire i contenuti di alcune correnti spirituali d’oriente e d’occidente, ampliando, allo stesso tempo, la sua ricerca poetica. Nel corso degli ultimi anni suoi contributi, sulla poesia e la parola, sono stati pubblicati da Fara Editore e dalle Edizioni CFR. É stato condirettore della collana di scrittura, musica e immagine “La pupilla di Baudelaire” della casa editrice Le loup des steppes. In poesia ha pubblicato Legni (Ladolfi Editore, 2014 - Premio “Oreste Pelagatti” 2015), il libro d'arte Borgo San Giovanni (Fiori di Torchio, Seregn de la memoria, 2018). Al di qua di noi (Arcipelago itaca Edizioni, 2023) è la sua ultima raccolta.

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