I vari gradi del silenzio. Poeti, scrittori, filosofi, mistici. Una guida letteraria
Si possono sperimentare diversi tipi silenzio. Quindi, in progresso, diversi gradi. Quello percepito come assenza di rumore è sicuramente il primo con il quale si ha a che fare, essendo il più esteriore e, dunque, il più immediato. Quello dal quale, di solito, muoviamo il primo passo, in un cammino in-verso, un silenzio sempre più interiore. Quindi col tempo, se si procede con la dovuta attenzione, ci si ritrova in una dimensione più intima e trasformante. Come in una contemplazione propedeutica a ogni fase ulteriore, verso il nostro essere più vero. In una pacificazione prima della mente e poi del cuore. Come portati da una calma sempre più profonda, fino al nostro punto più originario, all’incontro col mistero.
Ma venendo ora al nostro libro Nel silenzio, Una guida letteraria (Edizioni Terra Santa, 2021), va detto, per prima cosa, che questo è stato concepito come un’antologia (una guida letteraria, appunto), che contiene brani davvero interessanti. Un lavoro meritevole e molto valido come introduzione e stimolo al pensare e al meditare proprio la dimensione più spirituale del silenzio.
“Ma l’uomo contemporaneo – scrive la curatrice Valeria Laura Carozzi, nella sua introduzione – , però, ha paura del silenzio, proprio perché, più o meno inconsciamente, ha eliminato la fonte del suo silenzio: la dimensione trascendente.
Nell’estratto che segue, il tema del “silenzio e la parola” viene illuminato con alcuni frammenti di Giovanni Climaco, Giordano Bruno, Giacomo Leopardi e Kahlil Gibran.
dalla introduzione
[…] In questo libro, le voci di oltre duecento grandi firme – scrittori, filosofi, poeti, mistici e maestri spirituali di ogni nazionalità ed epoca storica – sono accostate in un mosaico variegato: un vero e proprio viaggio narrativo alla scoperta di una delle dimensioni più preziose dell’esperienza umana.
dalla Presentazione
«Si dice che ogni persona è un’isola, e non è vero, ogni persona è un silenzio.» (José Saramago)
In questo insolito percorso letterario, le voci di oltre duecento grandi firme – scrittori, filosofi, poeti, mistici e maestri spirituali di ogni nazionalità ed epoca storica – sono accostate in un mosaico variegato: un vero e proprio viaggio narrativo alla scoperta di una delle dimensioni più preziose dell’esperienza umana.
La necessità di un silenzio delle parole è predicata dai grandi saggi, perché la lingua è occasione di dispersione inutile, di distrazione. Ecco allora che il silenzio esteriore restituisce al corpo, alla mente e allo spirito la calma necessaria per recuperare quel silenzio interiore che permette di restare lucidi, vigilanti e accoglienti nei confronti di se stessi, degli altri e dell’intera Creazione.
Il silenzio, soprattutto, avvicina l’anima alla vita, mettendola in contatto con tutte le sue caleidoscopiche sfaccettature: l’amore e l’odio, la bellezza e l’orrore, l’intimità e la distanza, la presenza di Dio e la sua assenza. Questa piccola guida è allora una bussola preziosa per esplorare – in punta di piedi – il misterioso territorio del “silenzio che parla”.
*
da pp. 11-12
Il silenzio e la parola
La lingua straripante
La loquacità è una cattedra dalla quale la vanagloria predica se stessa. La loquacità è segno d’ignoranza, portone della maldicenza, maestra di fanfaluche, docile serva della menzogna.
Distrugge lo spirito di penitenza, suscita l’accidia, predispone al torpore, distoglie dal raccoglimento, mette in fuga l’attenzione, spegne il fervore, stronca la preghiera.
Invece, il silenzio d’un saggio è padre della preghiera, affrancatore di schiavitù, custode del fervore, guardiano della meditazione, guida alla penitenza.
Pochi riescono a fermare la lingua straripante. Pochi son capaci di tenere a freno la lingua che ciarla.
Ioannes Climacus, Scala Paradisi (VI-VII sec.)
*
Fendere il corso dell’impetuoso torrente
E perché il numero de’ stolti e perversi è incomparabilmente più grande che de’ sapienti e giusti, avviene che, se voglio rimirare alla gloria, o altri frutti, che partoriesce la moltitudine di voci, tanto manca, ch’io debba sperar lieto successo dal mio studio e lavoro, che
più tosto ho da aspettar materia di discontentezza, e da stimar molto miglior il silenzio, che il parlare. Ma se fo conto de l’occhio de l’eterna veritade, a cui le cose son tanto più preziose ed illustri, quanto tal volta non solo son da più pochi conosciute, cercate e possedute, ma ed oltre tenute a vile, biasimate, perseguitate: accade, ch’io tanto più mi forzi a fendere il corso dell’impetuoso torrente, quanto gli veggio maggior vigore aggiunto dal torbido, profondo e clivoso varco.
Giordano Bruno, Spaccio de la bestia trionfante (1584)
*
Il linguaggio delle forti passioni
La parola è un’arte imparata dagli uomini. Lo prova la varietà delle lingue. Il gesto è cosa naturale e insegnata dalla natura. Un’arte: 1°) non può mai uguagliar la natura, 2°) per quanto sia familiare agli uomini, si danno certi momenti in cui questi non la sanno adoperare.
Perciò negli accessi delle grandi passioni: 1°) come la forza della natura è straordinaria, quella della parola non arriva ad esprimerla, 2°) l’uomo è così occupato, che l’uso di un’arte, per quanto familiarissima, […] gli è impossibile.
Ma il gesto essendo naturale, lo vedrete facilmente dar segno di quello che prova con gesti e moti spesso vivissimi, o con grida inarticolate, fremiti, muggiti ec., che non hanno che fare colla parola e si possono considerar como gesti. Eccetto se quella passione non produrrà in lui l’immobilità che suol essere effetto delle grandi passioni ne’ primi momenti in cui egli non è buono a nessun’azione. Nei momenti successivi, non essendo buono all’uso della parola, cioè dell’arte, pur è capace degli atti e del movimento.
Del resto lo vedrete sempre in silenzio. Il silenzio è il linguaggio di tutte le forti passioni, dell’amore (anche nei momenti dolci), dell’ira, della maraviglia, del timore ec. (27 giugno 1820).
Giacomo Leopardi, Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura [Zibaldone] (1898-1900) 6
*
Un silenzio illuminante
Tacevamo entrambi, ognuno in attesa che l’altro parlasse, ma la parola non è l’unico modo in cui due anime possono intendersi. Non sono le sillabe che vengono dalle labbra e dalla lingua a unire i cuori.
C’è qualcosa di più grande e di più puro di quello che la bocca può esprimere. Il silenzio illumina le nostre anime, sussurra ai nostri cuori e li unisce. Il silenzio ci separa da noi stessi, ci fa volare nel firmamento dello spirito e ci avvicina al Cielo; ci fa sentire che i corpi non sono altro che prigioni e che questo mondo è solo un luogo di esilio.
جبران خليل جبران , Kahlil Gibran, ,الأجنحة المتكسرة Al-Ajniha al-Mutakassira (1912)
…
Nel silenzio,Una guida letteraria. A cura di Valeria Laura Carozzi (Edizioni Terra Santa, 2021)
Foto di Israel best su pixabay