Maria Luisa Spaziani – una poesia da “Le acque del sabato”
1954
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Non fare che ti tocchi
l’ansito cupo, il battito sulfureo
che dalla terra mascherata,
primavera, si svincola feroce.
Corri, stagione, sul tuo filo azzurro
di polline e di vento.
Cielo per noi sarebbe
fin la maceria sotterranea
se nei meandri sconosciuti, tetri
come le nostre viscere,
il dilagante fiore nero
per noi felici maturasse in segreto.
…
Maria Luisa Spaziani, Poesie 1954-2006 (Mondadori, 2010)
poesia pubblicata per la prima volta nella raccolta Le acque del sabato (Mondadori, 1954)
foto di Dino Ignani
Maria Luisa Spaziani (Torino 1924 – Roma 2014). Formatasi nel clima postermetico di chiara ascendenza montaliana, e incline alla trasposizione in chiave allusiva così dei dati oggettivi come di quelli autobiografici, la sua poesia (da Le acque del Sabato, 1954, a Utilità della memoria, 1966, Transito con catene, 1977, La stella del libero arbitrio, 1986), è venuta via via distendendosi dal mottetto o epigramma a forme narrativo-discorsive, fino al racconto in versi Giovanna d’Arco (1990). […] Tra le altre pubblicazioni sono da ricordare inoltre: Torri di vedetta (1992); I fasti dell’ortica (1996); La radice del mare (1999); La traversata dell’oasi (2002); Poesie dalla mano sinistra (2002); La luna è già alta (2006) […]
Da Enciclopedia Treccani online
La biografia completa Qui: https://www.treccani.it/enciclopedia/maria-luisa-spaziani/