Aleksandr Blok – La palude è l’orbita profonda
Traduzione di Angelo Maria Ripellino
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La palude è l’orbita profonda
dell’occhio enorme della terra.
Pianse così a lungo che il suo occhio
si consumò tutto in lacrime
e si coprì di erba intristita.
Ma attraverso erbe e graminacee
e bianca lanugine di ciglia chiuse
guizza una verde scintilla,
per spegnersi nella palude.
E allora dicono nelle campagne
stregoni e irsute maliarde,
venuti chissà da dove:
– È la palude che vi canzona.
La forza buia che vi adesca.
E quando essi si esprimono in tal modo,
i vecchi si fanno la croce,
ridono gli anziani,
e dietro gli omeri delle ragazze
chiaramente si vedono bianche ali.
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3 giugno 1905
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Aleksandr Blok, Poesie (Lerici Editore 1960)
Traduzione a cura di Angelo Maria Ripellino
Aleksandr Aleksandrovič Blok, poeta russo (Pietroburgo 1880 – ivi 1921). Trascorse l’infanzia e l’adolescenza con la madre e la famiglia materna; a Mosca ebbe rapporti di amicizia con Sergej Solov´ëv, nipote di Vladimir, e con i due poeti simbolisti, di lui più anziani, Vjačeslav Ivanov e Andrej Belyi. Nel 1909 visitò la Germania, la Francia e l’Italia; della rivoluzione del 1917, cui aderì con entusiasmo, ebbe una visione soprattutto mistico-patriottica. Caratteristica principale della sua poesia, eminentemente lirica, è una profonda e talvolta esasperante sincerità che lo porta da un iniziale simbolismo mistico a un allucinante realismo, la cui intonazione cosmica non è priva, a sua volta, di significati allegorici. Nella sua opera è sempre presente un senso d’intima fratellanza con tutti gli uomini e un carattere divinatorio che nei poemetti rivoluzionarî assurge ad accenti apocalittici.
La biografia completa Qui: https://www.treccani.it/enciclopedia/aleksandr-aleksandrovic-blok/